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Eurovegas: questo il nome della città città che pare
pronta a materializzarsi in Spagna sulla falsa riga di Las Vegas.
Girano già le prime cifre del progetto, che dovrebbe svilupparsi su
un’area compresa tra i 35 ed il 60 milioni di metri quadri. Dovrebbero
essere realizzati ben 12 hotel, per un totale di 36mila posti letto, 6
grandi casinò, 18mila slot machine, 1.065 tavoli da gioco, 9 teatri, 3
campi da golf.
La sfida al tempio del gioco d’azzardo statunitense è tuttavia solo
apparente, dal momento che il “grande manovratore” dietro il progetto
Eurovegas altri non è che Sheldon Adelson, uno dei grandi magnati di Las
Vegas, che ormai da tempo ha palesato la sua intenzione di sbarcare
oltre Atlantico. Intenzioni che hanno iniziato a trovare una concreta
ragione di sviluppo nel momento in cui il miliardario 78enne si è detto
pronto a mettere sul piatto ben 26 miliardi di dollari di investimenti.
Eurovegas, del resto, secondo alcune stime, porterebbe alla creazione
di 200mila nuovi posti di lavoro. Un miraggio in un paese che ha più
del 20% di disoccupazione.
C’è tuttavia più di un ostacolo tra le intenzioni e la posa della
prima pietra di Eurovegas; Adelson infatti ha posto diverse condizioni,
non tutte di facile attuazione, a partire da un ammorbidimento dello
statuto dei lavoratori spagnoli e proseguendo con due anni di esenzione
del pagamento dei contributi previdenziali dei lavoratori, abolizione
dell’Iva, terreni pubblici gratis, misure meno “stringenti” per la
prevenzione del riciclaggio, l’autorizzazione all’ingresso di minori e
giocatori problematici, l’abolizione del divieto di fumo. Insomma, la
richiesta, sostanzialmente, è poter realizzare una piccola “isola
illegale” in territorio europeo.
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